Cosa dice l'antropologia di noi? Negli ultimi anni lo sguardo si è spostato da lontane ed esotiche popolazioni verso il nostro mondo. Dal Marc Augè di Un ethnologue dans le métro, siamo noi ora ad essere osservati, e non più gli individui di culture lontane e subalterne. Nadia Breda, docente di Antropologia dell'Ambiente all'Università di Firenze, vive in un piccolo paese del trevigiano e con BIBO ci fa toccare un Veneto che rinnega il suo passato e sceglie di farci passare sopra un'autostrada.
Info su Bibo, Palù e autostrada A28
Nadia Breda
Nadia Breda è nata a Conegliano nel 1965. Laureata a Venezia in Etnologia, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Etnoantropologiche a Roma, dopo aver studiato all'Ècole des Hautes Ètudes en Sciences Sociales di Tolosa e Parigi. È ricercatrice e docente di Antropologia dell'ambiente all'Università degli studi di Firenze. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: "I respiri della palude" (Roma, CISU, 2000), "Palù, inquieti paesaggi tra natura e cultura" (Verona, Cierre 2002), "Antropologia dell'acqua" (ERREFFE, Brescia, Grafo, 2005). Coautrice di "Biodiversità coltivata nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi" e di ricerche per l'Ecomuseo del Vanoi e il Parco di Paneveggio e Pale di San Martino. "Bibo, dalla palude ai cementi. Una storia esemplare" è stato pubblicato da CISU nel 2010 . Nel 2011 ha curato con Franco Lai, sempre per CISU, la pubblicazione della raccolta di saggi "Antropologia del terzo paesaggio".
Oggi vive a San Vendemiano, comune limitrofo di Conegliano.
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